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Arte e cultura

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Anche Moccia è ecologista – L’arte che salva il pianeta esposta a “Omaggio al Cinema”

Milano - È guerra aperta all’inquinamento e l’UE continua a stringere la morsa: il Parlamento Europeo impone limiti sempre più severi nel suo piano “Inquinamento Zero” da portare a compimento entro il 2050; questo perché, l’esigenza di purificare aria e non solo, si fa sempre più impellente ogni giorno che passa. L’inquinamento da polveri sottili si mostra infatti come una minaccia per la salute più pericolosa di fumo e alcol, a rivelarlo è il rapporto dell'Energy Policy Institute dell'Università di Chicago.

Ma in questa battaglia a favore dell’ambiente, che sembra una delle più ostiche che l’umanità abbia mai combattuto, anche l’arte vuole fare la sua parte.

La chiamano Trash Art ed è una corrente artistica contemporanea che mira a realizzare opere esclusivamente utilizzando materiale riciclato con lo scopo di lanciare un messaggio di ecosostenibilità e amore per il pianeta.
A portare la bandiera di questo movimento, dall’Australia al Brasile, troviamo artisti internazionali del calibro di Vik Muniz – che ha esposto in musei come il Miami Museum of Art, il Seattle Art Museum e il PS1 Contemporary Art Museum di New York – e John Dahlsen, artista ambientale pluripremiato in tutto il mondo.

Ma l’Italia non resta indietro: l’onore del nostro paese nel mondo viene tenuto alto dal vicentino Giovanni Grigoletto, in arte Grey Art: artista internazionale che si fa portavoce italiano di questo movimento artistico volto al riciclo.
Grey è una artista dinamico: vanta nel suo background svariate mostre nazionali e internazionali – con esposizioni al Carrousel Du Louvre di Parigi e la Venice Art Gallery – e veri e propri “showtime” di alto livello, come la performance artistica dove ha realizzato una scultura durante l’intervento di Luca Zaia e alcuni esponenti della famiglia Rothschild all’evento Agenda Vicenza.

Tra gli elementi che compongono il fascino di Grey non manca inoltre il mistero: pare infatti che Giovanni sia  l’autore  che si nasconde dietro la curiosa opera d’arte gli “angeli bianchi” di Arcugnano e che Vittorio Sgarbi ha battezzato  “il Bansky vicentino"; Grigoletto nega ogni coinvolgimento con l’opera ma resta comunque  il principale “sospettato”.
“La mia arte è creazione” afferma Grey “dimostro a me stesso che tutto è possibile. Trasformo il materiale di scarto, reso tossico dal consumismo, in qualcosa che faccia bene al pianeta e alle persone che lo abitano. Ho già accordi con diverse aziende nel Veneto per smaltire il materiale che finirebbe in discarica, il mio obiettivo è quello di allargare la rete in tutta Italia”.

Ancora molto giovane ma il suo messaggio conquista i cuori; le sue opere estremamente richieste troveranno esposizione prossimamente a Omaggio Al Cinema, l’evento che vedrà Federico Moccia come ospite d’onore e che si terrà allo Spazio Culturale Manin nel Comune di Cavallino Treporti (VE) dal 14 al 23 ottobre 2023. 
“Il cinema è una forma d’arte straordinaria - racconta Giovanni - fin da quando ne ho memoria mi ha rovesciato addosso una cascata di emozioni. Le collaborazioni nel realizzare scenografie di fiction come “Luce Dei Tuoi Occhi” di Mediaset sono state un tassello chiave nel mio percorso artistico, quindi partecipare a Omaggio Al Cinema sarà un momento davvero speciale per me”.
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A breve su Amazon Prime Video “L’ESPULSORE”, film tratto dal caso Vannini diretto da Carlo Fusco

Il prossimo autunno uscirà il film di Carlo Fusco dedicato al caso Vannini. Si intitola “L’espulsore” ed è stato girato tra maggio e giugno di quest’anno, prodotto dalla Beskion Production LLC con sede operativa a Roma.

La scelta di Beskion Production LLD è stata frutto della volontà dell’amministratore della società Fabio Mancini. Fabio Mancini è un noto ed eclettico imprenditore romano che ha deciso di percorrere anche la strada della cinematografia e di investire sul cinema non solo per seguire la sua passione ma anche perché crede che il cinema italiano debba essere assolutamente sostenuto e incentivato, soprattutto quando si tratta di scommettere su un regista capace qual è Carlo Fusco e su artisti italiani preparati e di indiscusso valore artistico.

Carlo Fusco, il regista della pellicola che vive fra Anzio e Los Angeles, si è ispirato ad una delle storie di cronaca che hanno sconvolto il litorale romano e l’opinione pubblica negli ultimi anni. Il film di Carlo Fusco ripercorre la narrazione della storia di cronaca nota nel Paese restando fedele ai fatti, ai dialoghi e alle responsabilità emersi dalle sentenze del Tribunale.

Marco Vannini è morto all’età di 20 anni, nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, all’interno della villetta di Ladispoli dove la fidanzata Martina viveva con la famiglia. Al delitto ha partecipato l’intera famiglia Ciontoli come emerge dalle cronache giudiziarie esaminate e rilette nel film di Fusco. Per questo omicidio, nel maggio 2021, sono state pronunciate le condanne definitive a 14 anni per il padre della ragazza Antonio Ciontoli, a 9 anni e 4 mesi per la moglie Maria Pezzillo e i figli Martina e Federico. Fusco si è ispirato a questa terribile vicenda ricostruendola attraverso le varie sentenze.

“La sceneggiatrice Ieva Lykos, pluripremiata per la sceneggiatura “ The Final Code”, altra storia tratta dal caso Joseph Fritzel – spiega Fusco – è rimasta fedele alle sentenze, tenendole in considerazione dalla prima all’ultima. Abbiamo raccontato, quindi, la vicenda basandoci su di esse. Il film, che è costituito da un lungometraggio della durata di 87 minuti, è girato più che altro in interni. La location principale è la villa dove si è consumata la tragedia e i dialoghi sono stati ispirati dalla ritenuta verosimiglianza della sceneggiatrice che ha interpretato in modo accurato e sensibile l’intera vicenda. In alcuni casi le conversazioni sono state tratte dalle registrazioni dei carabinieri e del 118 rese pubbliche in varie trasmissioni televisive. Le riprese sono durate quattro settimane e lo stile è quello a “schiaffo” trovare un effetto “realtà” che possa coinvolgere il pubblico a cui è destinato il film e per   tentare di interpretare il Manifesto di Dogma 95, espressione dei registi olandesi Lars von Trier e Thomas Vinterberg fondatori del Movimento a Copenaghen il 13 marzo 1995".

“Per gli altri film - racconta Fusco - ho lavorato molto all’estero; molti li ho girati in inglese con attori americani e sono stati film che hanno avuto anche un buon successo all’estero, in modo particolare il film THE SLIDER distribuito negli Stati Uniti dalla Sony Pictures. Stavolta gli attori sono italiani, alcuni di loro alla prima esperienza davanti alla camera e mi sono basato su una brutta storia di cronaca avvenuta sul litorale romano perché la narrativa è interessante e offre spunti di riflessione profondi sull’agire umano. Il lungometraggio è stato girato in provincia di Palermo per valorizzare una Regione che si avvicinava nei luoghi e nello spirito alla situazione che si intendeva rappresentare. Inoltre ho scelto questa regione dove ho realizzato anche altri film perché è molto accogliente e piacevole. Il titolo del film, “L’espulsore”, si lega al meccanismo delle armi da fuoco da cui esce il bossolo, quindi legato al meccanismo di un arma ben conosciuto da chi la possiede e l’ho scelto per l’ambivalenza del significato in relazione alla storia narrata.”

Nel cast Leva Lykos, Franco Vella, Daniela Pupella, Tommaso Ferrandina, Alyssa Keta, Andrea Firicano, Matteo Immesi, Alessandra Paganelli, Francesco David Clemente, Francesco Russo, Federico Cimo, Giovanna Macaluso , Zerilli Sandra, Ciro Chimento, Terranova Martino, Ivan Francaviglia.

Fusco nella sua carriera cinematografica ha vinto svariati Festival soprattutto negli Stati Uniti citiamo il LAFA di Los Angeles e Accolade Global Film Competition ed ha diretto attori del calibro di Danny Glover , Michael Madsen, John Savage, Franco Nero e tanti altri. A fronte di questa spiccata competenza artistica Fabio Mancini ha deciso di puntare su Carlo Fusco e di posare su questo valido regista le basi della sua nuova avventura imprenditoriale.
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Agora dell’arte: lo storico e critico dell’arte Mattea Micello in Piazza IV Novembre a Perugia con gli artisti della scena contemporanea

Nell'antica città greca, l’Agorà era la piazza principale e centrale, dov'era il mercato e dove si tenevano le pubbliche relazioni mirate altresì al confronto filosofico e politico. L'agorà era il centro, oltre che economico, anche morale e sacro della città; Oggi questo concetto dedicato alla Piazza si fa più vivo che mai, con lo storico e critico dell'arte Mattea Micello, la quale legge dal vivo le opere d’arte Contemporanee nelle Piazze Italiane.
In occasione del Cinquecentenario dalla morte del "Divin Pittore", l'arte Contemporanea, Il giorno 12 Agosto 2023, ha omaggiato e onorato uno degli artisti più grandi della Storia del Rinascimento, Perugino, portando il proprio impeto artistico con l’Agorà dell'arte nella città di Perugia, in Piazza IV Novembre. L’evento ha preso avvio alle ore 10:30, con la presenza della Consigliera regionale Donatella Porzi e la Consigliera comunale Roberta Ricci.
Con la dott.ssa Mattea Micello e la stretta collaborazione dell'artista Giuliana Baldoni (event coordinator), lo spazio a cielo aperto cittadino si è rinnovato in un nuovo strumento di confronto intellettuale e divulgazione della nostra cultura artistica. Una giornata ricca di emozioni, ripresa dalle Telecamere di Alessandro Mastrini per TeleRoma2.
I passanti coinvolti, entusiasti di partecipare alla lettura delle opere, sono stati tantissimi. Il pubblico per tutto il giorno, ha potuto lietarsi della visione e del racconto dei lavori dei migliori artisti della scena Contemporanea. Tra questi: Giuliana Baldoni, Alessandra Barisone, Margherita Bratos, Massimo Capezzali, Massimo Fusconi, Erminia Ganassali, Martina Grasso, Angela Greco, Paola Nicosia, Mario Papa “Miroa", Bruna Rapetti, Filomena Reale, Sabrina Salis, Giovanni Battista Savona, Dario Silvestri, Davide Susca, Luciano Ventura, Franca Volpe. Tra gli artisti anche l’Architetto, Prof. Fabrizio Fabbroni, ex direttore dell'Accademia delle belle arti di Perugia, che ha sostenuto e appoggiato con entusiasmo l'evento in Piazza. Tra le opere anche il lavoro artistico di Paola Bona realizzato con la resina, giovane artista di notevole spessore che ci ha lasciato prematuramente, seguita attivamente dalla Micello nel corso della sua carriera. Le opere tutte diversificate nello stile, sono state raccontate minuziosamente dal critico, il quale assieme allo staff del programma e tutti gli artisti coinvolti hanno reso questa giornata perugina indimenticabile.
Arte e cultura

Antonello Cresti e Roberto Michelangelo Giordi con “Il bello, la musica e il potere” edito da Mariù Edizioni

"È giusto dire che il bello è educativo perché consolida i valori etici delle nostre società" - "Negli ultimi decenni pare ci sia un piano predisposto dall'alto per educare invece all'abbruttimento collettivo".  

Ecco “Il bello, la musica e il potere”, il saggio scritto da Antonello Cresti e Roberto Michelangelo Giordi edito da Edizioni Mariù e pubblicato nel Luglio 2023.Il bello, la musica e il potere è il frutto dell’ingegno di due raffinati artisti che ci raccontano, in forma di dialogo, il declino della nostra società, nella quale funzionalità e logiche commerciali sembrano aver definitivamente soppiantato la Bellezza. Molteplici i temi affrontati dai due autori: la minaccia dell’intelligenza artificiale, il dispotismo dei mezzi di informazione, il degrado estetico delle nuove espressioni musicali, il ruolo della tecnologia nel processo creativo. Un testo di denuncia e di battaglia che si interroga sullo stato dell’arte e sul senso, o forse non senso, del nostro Occidente in crisi.
Un saggio che ci fornisce l’itinerario da seguire e che apre, definitivamente, le porte a una riflessione critica, fornendo, peraltro, una serie di risposte a dubbi controversi. Il mondo globalizzato ha davvero perduto la percezione del bello? Qual è il rapporto tra la bellezza e il potere e in che modo l’Occidente vive oggi il suo rapporto con le Arti e con la Musica in primo luogo? Questo dialogo si snoda attraverso l’analisi storica dell’esperienza estetica occidentale per arrivare a toccare le problematiche della realtà sociale in cui viviamo. Il disinteresse verso la bellezza è infatti allo stesso tempo causa ed effetto della crisi di valori della nostra società, e solo recuperando e valorizzando le nostre vituperate identità profonde potremo traghettarci fuori dal non senso, verso la luce di una nuova, antica, umanità.    

Informazioni biografiche degli autori

Antonello Cresti è saggista, conferenziere ed agitatore culturale. Si è laureato con lode in “Scienze dello Spettacolo” presso l’Università di Firenze. Ha iniziato la sua attività artistica come musicista, animando vari progetti e producendo numerosi album. Ha già pubblicato tredici libri, usciti con varie case editrici, dedicati a musica underground, cultura britannica, esoterismo, controcultura. È ideatore di un film e di un documentario, entrambi a tematica musicale. È attivo nella creazione di una rete trasversale di intellettuali e creativi in opposizione al Pensiero Unico.  

Roberto Michelangelo Giordi è un cantautore e scrittore partenopeo. Vive attualmente tra Parigi e Roma. Ha pubblicato quattro album: Con il mio nome (2011), Il soffio (2015), Les amants de Magritte (2017), Il sogno di Partenope (2019), gli ultimi due usciti anche in Francia. Nel 2019 è stato finalista alle Targhe Tenco. Nel 2022 pubblica per Mariù Aliene sembianze, il suo quinto lavoro discografico e la sua prima opera narrativa. È diplomato al CET di Mogol e laureato in “Scienze politiche” e “Lingue e letterature straniere”. Si è occupato della tradizione letteraria napoletana e del rapporto tra musica e testo nella canzone antica e in quella d’autore.  

Link di vendita online:
https://www.amazon.it/bello-musica-potere-Antonello-Cresti/dp/B0C5S9JRLL
https://www.edizionimariu.it/prodotto/il-bello-la-musica-e-il-potere/
https://www.mondadoristore.it/Il-bello-la-musica-il-potere-Antonello-Cresti-Roberto-Michelangelo-Giordi/eai979128075308/ https://www.lafeltrinelli.it/bello-musica-potere-libro-antonello-cresti-roberto-michelangelo-giordi/e/9791280753083  

Dettagli prodotto:  
Editore: Mariù Edizioni (Luglio 2023)
Collana: Saggistica
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: 134 pagine  

Gli autori sono disponibili a rilasciare interviste per info contattare:

P.R. & Editoria

Ufficio stampa di Lisa Di Giovanni
lisadg1975@libero.it
rec.3497565981
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L’Arte dell’Incontro della scrittrice Maria Cuono

L’arte dell’incontro è il nuovo libro della giornalista agropolese Maria Cuono, insegnante di lettere presso l’Istituto Vico de Vivo di Agropoli. Un contenitore di interviste che lasciano il segno da Giuliana De Sio a Raffaele Paganini, da Raffaele Paganini a Isa Danieli, da Isa Danieli a Luca Manfredi. L’opera è edita nel 2020 da l’Argolibro di Agropoli e in offerta speciale per l’estate a soli 9 euro

L’Arte dell’Incontro è il nuovo libro di Maria Cuono (giornalista, scrittrice e insegnante di lettere nelle scuole secondarie di secondo grado), in promozione per tutta l’estate a soli 9 euro, anziché 12.

La passione per la scrittura me la trasmise mio padre che era un poeta. Fra l’altro ottenne numerosi premi per le sue opere.
Ho iniziato a dedicarmi alla poesia sin da piccola grazie anche a bravissimi insegnanti che mi hanno guidata in questo meraviglioso cammino.
Ho iniziato dalle scuole elementari. Da qui cominciai a partecipare ai primi concorsi letterari riservati agli studenti.
Il mio genere è quello teatrale, dedicato agli spettacoli dal vivo e non c’è cosa più bella delle emozioni che ogni singolo personaggio riesce a trasmetterti anche attraverso il suo racconto.
Tutti coloro che ho conosciuto e intervistato nei teatri della mia provincia e non solo.

Sono al mio secondo libro. Si tratta di una raccolta di interviste che ho realizzato nel corso della mia carriera professionale. Ovviamente in questo mio progetto che risale al 2020 durante il primo lookdown ne ho raccolte solo una parte di una lunga serie. Sono presenti nell’Arte dell’Incontro, Ediz. Largolibro di Agropoli, le interviste a: Giuliana De Sio, Sebastiano Somma, Benedicta Boccoli, Tosca D’Aquino, Flavio Bucci, Simona Marchini, Nino D’Angelo, Raffaele Paganini, Peppino Di Capri, Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Gianfranco Jannuzzo, Daniela Poggi, Isa Danieli, Debora Caprioglio, Bianca Guaccero, Carmen Giardina, Luisa Corna, Luca Lupoli, Lucianna De Falco, Marcello Cirillo e Luca Manfredi.

Le prefazioni sono a cura di Luisa Corna e Carmen Giardina.

In copertina: Carmen Giardina, Flavio Brighenti, Raffaela Siniscalchi, Stefano Saletti, Gabriele Coen e Mario Rivera in “Io, Fabrizio e il Ciocorì”. Foto di Roberto Moretti.


È un omaggio agli artisti che hanno affrontato tantissime difficoltà per il proprio lavoro a causa della pandemia. Per info e prenotazioni: largolibro@gmail.com
Ho preso parte a diversi concorsi letterari sia per la mia prima opera ” Verso l’Orizzonte”, la silloge poetica dedicata a Lorella Cuccarini, edita da Kimerik nel 2013 che per l’Arte dell’Incontro. Interviste ai personaggi dello spettacolo, edito da Largolibro nel 2020. I concorsi rappresentano un’ottima vetrina per farsi e conoscere. Ciò vuole essere anche un’occasione per promuovere le proprie opere.

La scrittura per me è molto importante e attraverso di essa mi sento veramente me stessa.
Se volessi descrivere il mio ultimo lavoro utilizzerei 3 parole: Talento, professionalità e simpatia. Questo è quanto rilasciato in una recente intervista a noipenapolipress.

Alla domanda prevedi di uscire con un nuovo lavoro o una nuova raccolta, Maria Cuono conclude“Preferirei non sbilanciarmi più di tanto. Meglio essere scaramantici”.

Maria Cuono – Biografia  
Maria Cuono è giornalista, web communication, scrittrice e docente di Lettere a tempo indeterminato dell’Istituto Vico De Vivo di Agropoli.
La sua attività formativa: si laurea in Pedagogia nel 1996 presentando una tesi in Psicologia dell’Età Evolutiva dal titolo: “Bambini maltrattati: Interpretazioni psicologiche”. Matura diverse esperienze formative attinenti sia ai suoi studi universitari che al mondo dello spettacolo. Nel 1997 frequenta il corso di perfezionamento post-lauream in: “Antropologia e Psicoanalisi del Testo e della Scena” presso l’Università degli Studi di Salerno.  
Nel 2004 acquisisce le competenze di base nel settore audio-visivo (Riprese video audio, montaggio, mixaggio di suoni, tecniche di registrazione, riproduzione e campionatura digitale dei suoni, tecniche di masterizzazione, riversagli filmati da nastro in pellicola), attraverso un Corso di Formazione Professionale della Regione Campania in “Esperto in Tecnologie e Produzioni Audiovisive”.
Nel 2014 si abilita all’insegnamento per le scuole secondarie di secondo grado, nel 2018 partecipa ad una prova concorsuale per l’immissione in ruolo.  
La sua attività lavorativa: nel 2003 collabora a pieno ritmo con Il Salernitano, quotidiano di Salerno e Provincia dove intervista in modo particolare candidati al Consiglio Comunale e Provinciale. Ciò le permette di iscriversi all’Albo dei Giornalisti della Regione Campania. 
Giornalista pubblicista dal 2005, collabora anche con le testate Cronache del Mezzogiorno, la Città
Nel 2006, la grande passione per lo spettacolo la porta a collaborare con grinta e entusiasmo con Teatro.org (oggi Teatro.it), il Portale del Teatro Italiano, di cui è redattrice su Salerno e Provincia. Cura, inoltre, per la stessa testata, la rubrica Giovani Promesse nel Mondo dello Spettacolo Italiano. Sempre per Teatro.org e le riviste annesse (Al Cinema.org, Alla Radio.org, etc), intervista molti personaggi del mondo dello spettacolo, fra i quali: Carlo Giuffré, Luigi De Filippo, Sebastiano Somma, Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Isa Danieli, Daniela Poggi, Ivana Monti, Bianca Guaccero, Carmen Giardina (solo per citarne alcuni).  
Scrive anche su BlogSalerno e su diversi portali telematici e collabora a pieno ritmo con diverse emittenti radiofoniche.   
È direttrice responsabile di “Newspage Allinfo”, quotidiano di Attualità, Cultura e Spettacolo. Tantissimi gli editoriali e le interviste realizzate sulla presente testata. Ne citiamo: Carmen Gardina, Luisa Corna, Marcello Cirillo e Luca Manfredi.   
Impegnata, attualmente ad un progetto innovativo, che la vede alla gestione della Web AgencyMaria Cuono Communication promuove diversi eventi sul web. Fra i tanti citiamo: Io, Fabrizio e il Ciocorì, regia di Carmen Giardina allo Spazio Rossellini di Roma e il tour Ascoltami di Manuela Villa al Teatro Sistina di Roma.  
A maggio 2013, la Casa Editrice Kimerik pubblica: “Verso l’orizzonte”, una silloge poetica dedicata a Lorella Cuccarini che riscuote un notevole successo di critica.  
Fra i personaggi del mondo dello spettacolo c’è anche Luisa Corna che si complimenta per la bella iniziativa e le scrive:“Devo confessarti che io sono un’amante di poesie e apprezzo molto l’animo nobile di chi sa catturare le proprie emozioni e trasmetterle agli altri attraverso l’arte della scrittura”.
Il 2 giugno 2019 un grave lutto la colpisce profondamente: la perdita di sua madre. Per tale ragione matura l’idea di dedicarle un libro. Nasce così a giugno 2020 il suo secondo libro dal titolo: “L’Arte dell’incontro”. Interviste ai personaggi dello Spettacolo, Edizioni Largolibro di Agropoli, con i preziosi interventi di Luisa Corna e Carmen Giardina. Ciò vuol essere anche un omaggio a tutti gli artisti che a causa del Covid 19 hanno attraversato e stanno attraversando tuttora momenti di grandi difficoltà.  
Nel 2020 lavora a pieno ritmo in qualità di docente di Lettere al Leonardo Da Vinci di Sapri e nell’anno scolastico successivo si avvicina nella sua città di origine presso l’Istituto Vico De Vivo di Agropoli.

Arte e cultura Economia e finanza Startup e innovazione

Dalla fabbrica alla holding, la storia di Cino Bellini in un libro

Dal lavoro in fabbrica alla creazione di una holding che comprende uno studio di progettazione, un’impresa edile e una società di consulenza che occupa stabilmente 30 persone e dà vita a un indotto che dà lavoro a centinaia di artigiani e professionisti.

Il tutto passando in mezzo a un terremoto e almeno un paio di alluvioni, continuando a crescere, nonostante tutto. È la storia che Cino Bellini, nato a Mirandola 44 anni fa, ma residente a Concordia sulla Secchia, racconta nel suo primo libro “Investire nell’edilizia” (Engage Editore, Bologna), dato alle stampe con quello che Bellini stesso definisce uno scopo importante: “Ho deciso di scrivere questo libro perché vorrei aiutare il maggior numero di persone possibile ad avere fiducia in loro stesse, anche quando le cose vanno male, anche quando il settore in cui fanno impresa attraversa una crisi. La mia storia è quella di un ragazzino che a 16 anni lasciò la scuola per andare a lavorare in fabbrica come operaio e che a 21 anni decise di rimettersi a studiare per prendere il diploma da geometra per poter fare qualcosa di più della sua vita. Da allora è trascorso tanto tempo, tempo in cui sono stato geometra in uno studio di progettazione in cui non avevo la possibilità di crescere e che mi ‘costrinse’ a mettermi in gioco come imprenditore. Oggi, con le mie aziende mi impegno a creare nuovi posti di lavoro in cui le persone possano sentirsi felici e appagate, in cui possano coltivare e vedere riconosciuto il proprio talento”.

“Investire nell’edilizia”, non è quindi solo un libro in cui trovare consigli per chi muove i primi passi in un settore complesso, ma è soprattutto una ‘manuale di self-help’ per chi pensa di non essere abbastanza, di non riuscire a realizzare i propri sogni: “Perché anche io - conclude Bellini - pensavo, di non avere sufficienti mezzi o strumenti per realizzare il mio sogno, ma ho scoperto che sbagliavo e, con questo libro, spero che altre persone trovino tra le sue pagine la convinzione necessaria a trasformare i sogni in una nuova realtà”.
Arte e cultura Eventi e spettacolo

Il cinema dalla parte degli ultimi alla Biblioteca Europea di Roma

L’evento in questione è stata la presentazione del volume di Sergio Battista dal titolo che non nasconde misteri riguardo al suo contenuto, Il cinema dalla parte degli ultimi – uno sguardo etico, edito nel giugno del 2022 dalla casa editrice fiorentina Porto Seguro.  

Il volume, già alla sua seconda ristampa, durante il suo anno di vita ha collezionato importanti riconoscimenti in Premi letterari di rilevanza nazionale. Secondo classificato al Premio di Narrativa e Saggistica “Il Delfino” di Tirrenia, Premio Letteratura e Cinema al Concorso letterario “La Ginestra” di Firenze, finalista non vincitore nel Contropremio Carver con cerimonia di proclamazione nella prestigiosa cornice del Salone Internazionale del Libro di Torino nel maggio 2023.  

La presentazione che ha avuto luogo presso la Biblioteca Europea, davanti ad un pubblico attento e interessato, ha visto la partecipazione in qualità di relatore del regista Alessio Cremonini, che dopo una carriera di sceneggiatore per cinema e televisione è asceso alla notorietà con il bel film Sulla mia pelle che ripercorre gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi.   Oltre all’esposizione dei capitoli del libro e soprattutto delle motivazioni che hanno spinto l’autore ad interessarsi alla tematica, il dialogo con Cremonini si è concretizzato circa le differenze produttive che si registrano tra il cinema del passato e l’attualità, come il cinema stesso è caduto nel tritacarne del profitto sopra a tutto a scapito dell’esercizio di una funzione critica che dovrebbe invece essere segno distintivo di una democrazia viva e in salute.  

Ciò che è emerso in oltre un’ ora di incontro, in sintesi, riguarda il fatto che il cinema fin dalle origini è stato uno strumento utilizzato anche per dar voce a quelle realtà marginali che non trovavano spazio nella narrazione ufficiale, ponendosi come momento di riflessione critica finalizzata a un confronto dai toni democratici all’interno della società.

In questo contesto, il presente volume propone una lettura storiografica dei momenti più significativi di quel cinema che si può definire etico, non disdegnando interazioni e confluenze con la fotografia, con la letteratura e con le altre arti. Ciò che principalmente si intende indagare attraverso questo processo di pensiero è il rapporto tra pensiero egemone e classi subordinate nel corso degli anni. Partendo dai primordi della settima arte, passando per l’epopea del cinema muto fino ad arrivare al Neorealismo, secondo Bazin pietra miliare del cosiddetto cinema della modernità, e continuando il percorso che da Rossellini conduce a Paolo Benvenuti, Ken Loach e ancora oltre ai fratelli Dardenne, Pasquale Scimeca e Andrea Segre, l’autore si interroga sull’aspetto riguardante il fatto se questo tipo di cinema abbia ancora una funzione critica e interattiva con la società di riferimento e soprattutto se è capace ancora di comunicare in maniera proficua con una sempre più sfuggente contemporaneità erede della post-modernità. Il cinema dalla parte degli ultimi, in conclusione, è un viaggio che attraversa più decadi, a partire dalla nascita del cinematografo fino a giungere ai nostri giorni, il cui scopo è di dare rilievo a tutti quei film, tutte quelle storie che nel tempo hanno subito censure e divieti perché evidenziavano aspetti della società sgraditi al mainstream: ovvero la visione del mondo da parte "degli ultimi", delle donne, dei poveri, dei diseredati, dei migranti.

Il volume in oggetto è stato pensato originariamente come un lavoro di divulgazione culturale, non tanto rivolto agli addetti ai lavori (che già dovrebbero essere a conoscenza dei fatti narrati) ma bensì indirizzato ad appassionati di cinema e di studi storico-sociali, su un tema del quale si parla sempre meno e del quale invece reputo necessario riaprire un confronto, proprio in questa fase storica dove alcuni punti fermi che sembravano conquistati, inamovibili e strutturanti la nostra democrazia, cominciano pericolosamente a vacillare.  

Sergio Battista, nato a Roma il 27.02.1969 è in possesso di una Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo, conseguita presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata con una tesi in Storiografia cinematografica dal titolo: “Storia, documento, immagine nel cinema di Paolo Benvenuti” con la votazione di 110/110 e Lode e di un Diploma conseguito presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma. Svolge attività come musicista professionista e docente, interessi professionali ai quali ha affiancato l’attività di redattore dapprima sulla testata on line Brainstorming culturale e attualmente presso Gufetto Magazine. È membro di giuria dell’Italia Green Film Festival. È attivo, inoltre, come fotografo di scena: in questo ambito ha avuto occasione di esporre in mostre fotografiche collettive e personali a Roma, Civitavecchia, Milano, La Spezia, Barcellona, Cordoba. Nel 2017 ha pubblicato per Cultura e dintorni Editore, il libro fotografico La voce delle donne - Considerazioni al femminile riguardo alla violenza di genere, del quale ha realizzato anche una mostra fotografica esposta nel maggio 2017 presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma.
Arte e cultura

Pablo T l’astrattista contemporaneo che influenza l’arte moderna

Da un linguaggio universale ed esclusivo a un linguaggio spirituale, soggettivo e decisamente interiore: il salto dell'astrattista extrasensoriale conquista nuove prospettive nella pittura astratta.

La contemplazione di questa nuova forma d'arte presuppone una percezione che avverrebbe in particolari circostanze senza la normale mediazione dei sensi. In sintesi, l'aspetto delle opere è già interessante, in quanto la tecnica adottata è nuovissima e il risultato finale è moderno e fresco, ma se si fa attenzione al modo di osservare queste opere, in un'ottica di insieme e, poi, di dettaglio, se l'utente fosse predisposto ad ascoltare se stesso e le sue più intime vibrazioni, il risultato sarà davvero sorprendente. Verremmo, quindi, investiti dalle scie dei colori, come se venissimo trasportati in un universo parallelo fatto di sogni e memorie primordiali.         
Tradurre queste esperienze che potremmo definire celestiali o sconosciute in un ambito puramente concreto come quello delle arti visive è un'operazione complessa, ma efficace. Ecco, quindi, che il pittore ci trasferisce i suoi sensi e la sua ricerca, attraverso l'astrattismo, in un regno reale, quello della vista. Una vista spesso superficiale e frettolosa, ma che in questi specifici casi deve rinnovarsi e divenire attenta e contemplativa.               
Questo accade sia per la pittura informale che per la pittura astratta creata dall'artista. In effetti, parlare di astrattismo extrasensoriale è quasi un modo per semplificare le cose, anche se è una definizione che raggiunge più facilmente il gergo comune.

Se, ad esempio, si analizzasse a fondo un'opera complessa come "Sospensione ed elevazione", noteremmo intanto come sulla superficie siano presenti solo tre colori predominanti: il fondo giallo acido, il nero pece che sottolinea la sospensione e il rosso primario lavorato con la materia per rappresentare, appunto, l'elevazione.
L'opera è quindi lo stato urgente dell'anima che abbandona il corpo, l'ultimo respiro, prima di trasferirsi in un luogo che non conosciamo, ma che riconosceremo in quell'istante. Quello che meraviglia dell'opera in sé, per la tecnica, è che dietro quello sfondo giallo acido, c'è un universo di colori coperti, ma che si intravedono, come se il pittore volesse dirci che tutto quello che abbiamo vissuto è solo un ricordo , qualcosa di effimero, che non sarà di certo cancellato, ma sarà senz'altro nascosto dalla verità, da qualcosa più grande e cristallina di noi. Verità che è univoca. Medesima operazione visiva si dovrebbe affrontare con la recente produzione dell'artista, sullo stile gestuale e colorato di capo d'opere come "Strange Meeting", "The Doors", "Quinta dimensione", "Sesto senso", "Percorsi evocativi", "The street of fire" solo per citarne alcuni, dei più potenti e simbolici.

Non resta quindi che avere la fortuna di poter osservare da vicino queste nuove produzioni e lasciarsi trasportare dall'inconscio e da ciò che ancora non ci è dato di conoscere, per riscoprire noi stessi. Così come Jackson Pollock ci ha iniziato a una nuova visione delle cose, un nuovo punto di vista, una nuova strada, così Pablo T ci presenta nuove porte della percezione a cui affacciarsi e perdersi nella percezione e nella profondità. L'artista ha esposto ed espone in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Lussemburgo, Belgio, New York, Los Angeles, Miami, Tokyo, Shanghai, Bangkok e Abu Dhabi. Nei prossimi mesi saranno organizzate le sue personali nelle città di Nara, Sendai e Osaka.  Riconoscibili ormai i colori che non possono mancare in quasi tutte le sue opere, soprattutto, gestuali: il blu e il rosso, con i quali l'artista gioca con contrasti e sfumature, per creare quasi il senso della visione in 3D o dell'impatto emotivo. Sempre più rari invece i suoi lavori materici, anche se alcuni recenti, come "Gold" e "Memorie ancestrali", dove il maestro crea un'oro memorabile tramite l'utilizzo del gesso inciso e la tecnica della doratura. 

Notazione: "Extrasensory abstract expressionism, comunemente detto Astrattismo extrasensoriale, è una nuova corrente pittorica di natura astratta e informale, di matrice concettuale, che attraverso una nuova tecnica mista e, talvolta, materica, con l'ausilio di colori netti, di campiture pluricromatiche, colature e intrecci, mette in campo il tentativo di rendere l'osservazione della pittura astratta, nel complesso e nel dettaglio, un atto intimistico e soggettivo, alla ricerca della memoria ancestrale e facendosi condurre dalle percezioni. Il fondatore di questa nuova forma di pensiero e di tecnica è il maestro Pablo T"  

I Collezionisti, i visitatori e le aziende possono richiedere informazioni alla segreteria generale dell'artista all'indirizzo segreteria@pablotart.com o contattare la società Landacq srl che si occupa della promozione delle opere dell'artista sia negli Stati Uniti che in Europa. (LandAcq Srl è una giovane PMI che opera in diversi settori di grande importanza, in modo innovativo e sostenibile. L'azienda attualmente opera in Italia e negli Stati Uniti d'America ed è in continua espansione verso sempre più parti del mondo: info@landacq-art.com) 

Arte e cultura

Federico Traversa, I miei anni con don Andrea Gallo, Edizioni Il Punto d’Incontro

In Su la testa! I miei anni con don Andrea Gallo il rapporto profondo e speciale tra Federico Traversa e don Gallo prende la forma di un road movie letterario: le notti passate nel piccolo ufficio della Comunità di San Benedetto Al Porto di Genova, i tanti pranzi in compagnia, i lunghi viaggi in macchina trascorsi a parlare di tutto, con il microfono sempre acceso e la voglia di capire a fare da bussola.
Fra una città e l’altra, mentre sotto scorrono i chilometri, Federico e don Gallo incontrano personaggi noti: Manu Chao, Caparezza, Moni Ovadia, Celentano, Vittorio Sgarbi, Beppe Grillo ecc. Ma ne incontrano anche altri, meno noti ma ugualmente importanti, i cosiddetti “ultimi”, in cerca di qualcuno capace di ascoltarli. Il risultato è un viaggio spirituale commovente e autentico, che ci ricorda come gli opposti spesso siano due facce della stessa identica medaglia.
In queste pagine intense, a tratti commoventi e a tratti scanzonate, Federico Traversa ci racconta il “suo” don Gallo. Un gigante che con generosità, ironia e una peculiare, dissimulata forma di saggezza, lo ha accompagnato negli anni giovanili e gli ha fatto dono della sua amicizia.  

Disponibile anche in versione ebook e audiolibro.
 

“Il Gallo”, come lo chiamavano i suoi ragazzi, amava definirsi un “prete da marciapiede”: aveva scelto come università la strada e come insegnanti prostitute, senzatetto, tossicodipendenti e tutte quelle vite costantemente sull’orlo del baratro. Una mano sulla Costituzione, l’altra sul Vangelo, tra le labbra l’insostituibile sigaro e nella mente gli esempi di Gesù Cristo e Che Guevara a illuminare la via...  

L’autore – Federico Traversa Federico Traversa (Genova 1975) si occupa da anni di musica e questioni spirituali. Autore di diversi libri legati al mondo del rock, la sua svolta, come scrittore e come uomo, è avvenuta grazie all’incontro con don Andrea Gallo, con cui ha scritto due libri di successo. Saltuariamente collabora con la rivista Classic Rock Italia e con il sito All Music Italia. Dal 2017 conduce, sulle frequenze di Radio Popolare Network e insieme a Episch Porzioni, la fortunata trasmissione Rock is Dead, da cui è stato tratto un l’omonimo libro.
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Apre il Museo della Bistecca a Firenze: un nuovo ristorante dove l’arte incontra la carne

Ci sono due Soli, nella città di Dante, che brillano di luce propria. E che non rischiano di bisticciare, come il Papato e l'Impero ai tempi dell'Alighieri. Perché bellezza e bontà, più che due massimi poteri, sono due massimi piaceri. Ed è meglio godersele assieme, condite da un pizzico di ironia e divertimento.

Arte e “ciccia” sono i due Soli che convivono amabilmente al Museo della Bistecca, il nuovo locale nel centro di Firenze che racconta la regina della gastronomia fiorentina in una nuova chiave. In via dei Lamberti, accanto a quello scrigno di bellezza che è la chiesa di Orsammichele, è nato un vero e proprio steak museum, con allestimenti essenziali studiati dall'agenzia comunicazione napoletana Molaro Graphic per mettere l'opera d'arte – la bistecca, naturalmente - al centro dell'attenzione.

Il Museo della Bistecca, fondato da un gruppo di ristoratori fiorentini da anni attivi sul territorio toscano, ha la prerogativa di essere un punto di riferimento della bistecca nel cuore di Firenze.

Contrasti forti con tonalità fra il carminio e il beige, passando fra il verde bosco e il cacao, archi e cornici, una serie di complementi d'arredo legati all'universo della bistecca e del mondo bovino: basta dare una prima occhiata al locale per rendersi conto che, si, non poteva che chiamarsi Museo della Bistecca.  

La mucca diventa protagonista di opere d'arte ispirate a quelle rinascimentali, vestite con abiti d'epoca in veri e propri ritratti incorniciati. Qua e là, mezzene che sbucano dalle pareti e vitelli dorati appesi al soffitto, in un continuo rimando al mondo dell'arte che diventa quasi culto: cultura e gastronomia, arte plastica e cucina procedono a braccetto in ogni elemento del locale.

A partire dall'ingresso, con la grande vetrina di "Butcher's Art" con le carni di 15 razze proposte dal locale. E, a seguire, la parete dei vini, organizzata in 30 cornici. Di fronte, una vetrata ispirata dal Picasso, naturalmente in chiave bovina, e due nicchie con tanto di quadri a tema. Le suggestioni proseguono nella sala principale, anche questa circondata da edicole allestite a mo' di museo.

Ed è un po' un performer il macellaio all'ingresso del Museo della Bistecca, che racconta la storia e le caratteristiche della carne, aggiungendo una sfumatura ulteriore all'esperienza sensoriale della degustazione. Perché, in tutto ciò, il Museo della Bistecca è soprattutto un ristorante che ha l'ambizione di misurarsi con un simbolo assoluto della cucina fiorentina: del resto la bistecca alla Fiorentina è candidata a patrimonio UNESCO.

Per chi ha stomaco capiente, la nuova location nel centro di Firenze propone un menu “experience” composto da altrettanti piatti e dedicati rispettivamente alla Chianina, al Tomahawk e alla Sashi finlandese. Sul fronte della bistecca tout court la scelta spazia dalla Prussiana all’Angus irlandese, dalla Frisona danese fino alla Simmenthal e alla Rubia Gallega, senza dimenticare la tagliata di Wagyu di provenienza Australia, UK e Giappone. Chi non predilige la carne, può scegliere comunque fra numerose altre proposte, dagli antipasti alla primi piatti (anche di pasta fresca), con specialità al tartufo, ai funghi porcini e proposte di mare. Ma la “regina” resta una sola, la bistecca. E provarla nel suo “museo” è un'esperienza nuova, divertente e appagante, che vale la pena fare quando si arriva a Firenze.

Visita il sito www.museodellabistecca.it